lunedì 16 giugno 2008

Il cristiano predica bene e razzola di merda

Oggi mi è capitato di assistere a un dibattito televisivo, su una tv privata, riguardante i rapporti tra Islam e Cristianesimo. Più precisamente, il dibattito prendeva spunto da un quesito: E' giusto costruire delle moschee in Italia con isoldi degli italiani.
A un certo punto del dibattito arriva la telefonata da casa. Uno telespettatore da Firenze si domanda, Ma se andassimo noi da "loro" e chiedessimo di costruire una chiesa cristiana ci darebbero il permesso?
Molto probabilmente no, rispondo io, e allora?
Questo è un atteggiamento e un discorso stupido e fortemente anti-cristiano, che moltissimi cattolici fanno.
Se il cattolico critica l'islamico perchè non rispetta la religione altrui e quindi per questo ritiene l'Islam in qualche misura, inferiore al Cristianesimo, il cattolico dovrebbe al contrario aprire le porte alle altre religioni, aiutando la diffusione di luoghi sacri nei quali professare il proprio credo, in armonia con gli abitanti di quella nazione e con la religione nazionale. In questo modo mostrerebbe il giusto comportamento, in nome dell'unione e del rispetto dei popoli. Questo insegnerebbe la Bibbia. Invece no.
Il cristiano dice: se lui si comporta male con me, perchè io devo comportarmi diversamente con lui? In questo modo il cristiano si mette sullo stesso livello di quello che ritiene inferiore a lui, perchè irrispettoso.
Se io vado a cena da Tizio e questo non si comporta con me da buon padrone di casa, quando Tizio verrà a cena da me, io (secondo il ragionamento cristiano) dovrei trattarlo nello stesso modo, invece che dimostrare la mia superiorità (intellettuale e umana) prendendomi cura del mio ospite.
Questa è un'altra dimostrazione dell'ipocrisia e stupidità della religione Cristiana. Convinta di essere l'unica portatrice della Verità. Il Dalai Lama disse "Se la scienza dovesse dimostrare in modo definitivo un’affermazione contraria agli insegnamenti tradizionali bubbisti, allora dovremo cambiare gli insegnamenti tradizionali buddisti.” Questa è vera saggezza. Convinzione nel proprio credo, ma non chiusura assoluta alle altre verità possibili. Ve lo immaginate il Papa dire una cosa del genere? No, lui, al contrario, attacca la scienza, almeno che non sia fedele allo spirito cristiano.
Personalmente fatico molto a trovare qualche legame positivo con il Cristianesimo. D'altro canto non ci si può aspettare molto da una religione che come suo simbolo ha uno strumento di morte. Parafrasando Luciano De Crescenzo, se Gesù Cristo fosse vissuto ai giorni nostri, ora la gente andrebbe in giro con piccole sedie elettriche d'oro appese al collo. O se fosse vissuto durante la Rivoluzione Francese avremmo ghigliottine appese agli altari.
"E per fortuna che Gesù non era masochista, a quest'ora avremmo crocifissi con un'erezione." (D. Luttazzi - "Satyricon")

domenica 8 giugno 2008

Intervista a Di Pietro

Riporto l'intervista ad Antonio Di Pietro pubblicata su La Repubblica di oggi sulla nuova vaccata-berlusconiana.

Antonio Di Pietro: «Con quella legge lì, Mani Pulite sarebbe nata e subito morta. Perché Mario Chiesa lo abbiamo arrestato in flagranza, sì, ma solo perché era sotto intercettazione. E così tutti gli altri dopo di lui».

La Repubblica: Divieto assoluto di intercettazioni, cinque anni a chi le esegue e a chi le pubblica. Onorevole Di Pietro, il premier Berlusconi ci riprova. Ma stavolta i numeri della maggioranza sono dalla sua.

Antonio Di Pietro: «È un progetto criminogeno, che noi di Idv tenteremo di contrastare, dentro e fuori il Parlamento. Se necessario anche facendo ricorso al referendum. Perché non è degno di uno stato di diritto che di fronte a un problema reale, il crimine, vengano eliminati gli strumenti a disposizione per combatterlo».

La Repubblica: La stretta farebbe salve le inchieste su criminalità organizzata e terrorismo. Ma non i reati per corruzione e concussione. Insomma, i reati dei colletti bianchi. Cosa vuol dire?

Antonio Di Pietro: «Intanto, vuol dire che il governo rinuncia a perseguire anche la grande criminalità. Perché per scoprire che un gruppo di persone delinque in modo organizzato, che una serie di reati specifici fanno parte di un disegno criminoso, occorrono prima indagini, intercettazioni, appunto. Nel momento in cui impediscono di farle, escludono la possibilità di risalire all´organizzazione».

La Repubblica: Ha la sensazione che si tratta di una legge ad personam?"

Antonio Di Pietro: «È il solito modello berlusconiano. Mano dura nei confronti dei più deboli e occhio di riguardo verso gli amici. Piuttosto la definireri una legge ad personas. In favore di quelle che fanno parte della casta. Ecco cos´è, una norma salva casta».

La Repubblica: Carcere per i giornalisti, pesanti multe per gli editori. Ha l´impressione che nel mirino ci sia l´informazione?

Antonio Di Pietro: «Altro che impressione, è proprio così. Con l´intento evidente di impedire all´opinione pubblica di conoscere quel che di illecito accade dentro il palazzo del potere».

La Repubblica: Ammetterà che in questi anni non sono mancati gli eccessi. Dialoghi privati intercettati e poi immotivatamente pubblicati.

Antonio Di Pietro: «Distinguiamo tra intercettazioni lecite e quelle illegalmente acquisite. Queste ultime, tipo Telecom o Pio Pompa per intenderci, non vanno pubblicate. Ma per quelle lecite, va solo evitato che la pubblicazione avvenga prima del deposito degli atti. Il resto deve essere rimesso alla deontologia del giornalista, che non può essere definito tale se scrive dei baci mandati via sms da Anna Falchi a Ricucci. Non per questo, però, l´opinione pubblica deve restare all´oscuro del traccheggio tra i furbetti del quartierino e il governatore della Banca d´Italia».

La Repubblica: Il Guardasigilli Alfano ha ricordato che le intercettazioni pesano per il 33 per cento della spesa complessiva per la Giustizia: «Un eccesso». Concorda?

Antonio Di Pietro: «Perché non risparmia anche sul restante 70 per cento? Magari riducendo le indagini di polizia e carabinieri? I tagli vanno fatti agli sprechi a tutti i livelli, non sugli strumenti dei magistrati. Il ministro dovrebbe ricordare che negli ultimi dieci anni sono stati confiscati ai criminali e depositati presso gli uffici postali 1 miliardo 560 milioni. Quanto una mini manovra. Anche grazie alle intercettazioni. Peccato che quel tesoro giaccia inutilizzato: noi proponiamo che venga invece impiegato per il funzionamento della giustizia. Se Alfano ha bisogno di soldi, li recuperi da lì, non impedisca agli inquirenti di lavorare».

venerdì 6 giugno 2008

giovedì 5 giugno 2008

E la chiamavano Bocca di Rosa

"Un emendamento dei relatori al decreto sicurezza punta a togliere dalle strade le prostitute che inserisce nell'elenco dei soggetti pericolosi per la sicurezza e la pubblica moralità." (fonte: http://www.rainews24.rai.it/)
I primi mesi del governo Berlusconi sono la definitiva conferma (se ce ne fosse bisogno) che siamo governati da incapaci.
Me la immagino la scena. I nostri politici (pardon i vostri politici) seduti intorno a un tavolo, che girano una grande urna stile tombola ed estraggono una serie di parole a caso e su quelle relazionano di volta in volta un nuovo emendamento.
Gira, gira, gira....e uhalà ICI. Perfetto: abolizione dell'ICI.
- Politico #1: "Ma così i cittadini pagheranno altre tasse per risarcire i Comuni."
- Politico#2: "Zitto! Non vorrai mica che le massaie ti sentano?"
Gira, gira, gira...clandestini. Reato di clandestinità.
- "Ma che cazzo vuol dire?"
- "Ah non lo so. Intanto ho fatto ambo."
Gira, gira, gira....terzo estratto, prostituzione. Le prostitute sono un pericolo pubblico.
- "Dai questa è esagerata. E' troppo grossa anche per noi."
- "Adarfsafbhgkdeh"
- "Cosa? Non capisco nulla, parla più chiaro."
- "Hcwedwkcvf"
- "Leva la lingua dalla fica, non ti capisco."
Siamo arrivati all'estremo. Invece di colpire il traffico della prostituzione. Invece di colpire i clienti che finanziano con le loro scopate quel traffico. Invece di aiutare le ragazze costrette sotto minaccia a dar via il culo per soddisfare qualche cittadino stanco della moglie o qualche politico che ha bisogno di ravvivare il party "post-consiglio dei ministri", loro cosa fanno? Decidono che una prostituta è un pericolo pubblico, un soggetto pericoloso per la sicurezza e la MORALITA' al pari di spacciatori, pedofili e trafficanti di armi.
Se una prostituta viene "colta nel palese esercizio di detta attività" verrà "allontana con foglio di via obbligatorio e inibita dal ritornare per un periodo massimo di tre anni". Immaginiamoci una ragazza, magari dell'Est, costretta a prostituirsi per la strada, perchè minacciata, senza soldi, senza un posto dove stare, se non un buco di appartamento gestito dal suo pappone, che viene beccata con un cliente (italiano). Questa ragazza verrà cacciata per tre anni, resterà senza soldi, senza una casa e sarà costretta a tornare dal suo pappone e sbattuta su un'altra strada, in un'altro luogo a soddisfare altri cittadini modello dalla moralità integra e pulita.
E intanto la gente dorme. O scopa.
P.s. Scajola ha detto che l'Italia non può tornare indietro nella corsa all'energia. Centrali nucleari nel 2013.
Nel 2013, se mai saranno costruite queste centrali, l'Italia non solo sarà già indietro nella corsa all'energia, ma non sarà neanche partita. Solare, idrogeno, eolico e via dicendo sono la risposta. Noi, invece, puntiamo su un risorsa già vecchia adesso, che coprirà solo il 7% del nostro fabbisogno energetico, che risucchierà soldi pubblici e che ci regalerà tonnellate di scorie radioattive che non sapremo dove mettere. Non sanno come gestire i rifiuti normali figurarci quelli radioattivi... Avremo Chiaiano visibile dal satellite, come una enorme insegna al neon lampeggiante AIUTO.
Speriamo negli alieni, che volete che vi dica.

martedì 3 giugno 2008

Unici colpevoli: i cittadini

La bufala del "reato di clandestinità"

Ogni tanto uno si chiede se sogna o se è desto
di Bruno Tinti (curatore di Toghe rotte)
Qualche volta questo succede quando si vive una situazione troppo bella per essere vera;
che so: una ragazza bellissima ha appena accettato di uscire a cena con te. Non ci posso credere! si dice il fortunato. Molto più spesso però l'esperienza para onirica è di tipo negativo. L'esempio tipico e ricorrente riguarda le iniziative adottate dalla classe politica nei più disparati settori; si resta increduli. Almeno, io resto incredulo nel settore di cui ho una qualche esperienza, quello della Giustizia. Poi mi rendo conto che è tutto proprio vero e mi …. arrabbio; poi mi deprimo; poi mi rassegno. Veniamo al dunque: il cosiddetto pacchetto sicurezza. Per la verità, straordinariamente, qualcosa di intelligente vi è stato inserito: hanno abolito il patteggiamento in appello (almeno, così si legge nella prima versione del testo reperita su Kataweb). Trattasi di una delle situazioni para oniriche del primo tipo, quelle della ragazza bellissima che accetta di uscire a cena con te: da non crederci. E infatti mi sa che non resisterà agli aggiustamenti successivi e che alla fine il patteggiamento ce lo ritroveremo reintrodotto a furore di popolo … avvocatesco. Poi c'è un'altra cosa furba: la subordinazione della sospensione condizionale della pena all'eliminazione delle conseguenze del reato. Per capire bene di che si tratta bisogna sapere che se uno è incensurato e viene condannato a una pena inferiore ai due anni di reclusione, non va in carcere: la pena resta sospesa per 5 anni e, se questo non commette altri reati, non la sconterà mai; se invece commette un altro reato sconta sia la pena per il reato nuovo che quella che gli era stata sospesa. Bene, questo beneficio, dice il nuovo pacchetto sicurezza, può essere concesso solo se il condannato elimina le conseguenze dannose del reato; insomma se rimette tutto a posto o risarcisce il danno cagionato.Una cosa ovvia, si può pensare; ma nel nostro sistema penale l'ovvio è merce rara; e una cosa così intelligente non si era mai vista. Anche qui uno pensa: ma davvero questa bellissima ragazza viene a cena con me? Poi scopre che è tutto vero, ma solo per il reato di cui all'art. 635 codice penale. Di che si tratta? beh, è il reato della fidanzata tradita, quella che va sotto la casa del fidanzato e gli riga la macchina o gli buca le gomme.In questi casi, dice il pacchetto sicurezza, la fidanzata non andrà in prigione se porta la macchina dal carrozziere per farla riparare o se compra un treno di gomme nuovo. E tutti gli altri reati? Che so, una villa costruita in cima a un promontorio in riva al mare, in zona sottoposta a vincolo paesaggistico e, naturalmente, costruita senza licenza. Oppure un bel palazzone di 10 piani costruito in zona destinata a parco pubblico. Oppure un appalto concesso a chi non doveva averlo e che lo ha avuto perché ha pagato un sostanziosa busta (con danno ovvio per chi invece l'appalto avrebbe dovuto averlo). Oppure una pubblica fornitura eseguita con materiale di scarto. Oppure un bel falso in bilancio con il quale l'amministratore della società si è portato via la liquidazione di quei 200 o 300 soci che l'avevano investita… Oppure fate voi, tutto quello che leggiamo sui giornali ogni giorno.Ecco, per tutti questi reati il discorso non vale. Qui la sospensione condizionale della pena viene concessa subito, la villa o il palazzo non vengono demoliti e nemmeno sottratti a chi li ha costruiti che continua a starci dentro; l'appalto ormai è stato eseguito e le fatture vengono pagate; i danni eventuali saranno richiesti con un bel processo civile (tanto lo sanno tutti che i giudici civili lavorano poco e hanno tanto tempo a disposizione) e se va bene saranno pagati tra una decina d'anni. E il falso in bilancio? Beh, ma per quello, si sa, il processo manco comincia…Allora si capisce che siamo nel solito brutto sogno e che purtroppo è tutto vero.Dove proprio piombiamo in un incubo è quando leggiamo della nuova arma decisiva per la lotta all'immigrazione clandestina, dello strumento che risolleverà le patrie sorti e libererà l'Italia dalla piaga endemica dei clandestini: il nuovo reato di immigrazione clandestina, punito da 6 mesi a 4 anni.Per capire bene in che pasticcio ci stiamo cacciando, andiamo per ordine.Chi dunque è immigrato clandestinamente in Italia, secondo i nostri Solone (trattasi di un celebre legislatore dell'antichità) commette reato.Ogni reato deve essere denunciato e l'autore di esso deve essere processato. Quindi diventa imputato.Come ogni imputato, anche questo, che da adesso chiamiamo Alì Ben Mohamed deve essere iscritto nel registro degli indagati (tempo medio – di un segretario bravo – minuti 5)Alì Ben Mohamed in verità è anche detenuto perché Solone ha pensato di prevedere che l'immigrato clandestino deve essere obbligatoriamente arrestato.Siccome Solone ha anche pensato che Alì Ben Mohamed deve essere giudicato con rito direttissimo, nelle 48 ore il nostro viene portato in Tribunale.Questo significa che:1) Il PM deve preparare una richiesta di giudizio con rito direttissimo (tempo medio minuti 5 – il provvedimento presumibilmente sarà preparato una volta per tutte e dovrà solo essere completato con le generalità di Alì Ben Mohamed e qualche altro dato variabile).2) Bisogna anche annotare la cosa nel registro generale informatico (tempo medio minuti 1)3) Poi questa richiesta deve essere trasmessa al Tribunale che dovrà annotarla anche lui nel registro informatico (tempo medio minuti 1) e predisporre l'udienza.4) Nel frattempo il PM non ha finito: deve ordinare alla scorta di portare Alì Ben Mohamed in Tribunale per domani o dopodomani: tempo medio minuti 1, si fa tutto via fax.5) Deve ancora citare un interprete per il processo perché Alì Ben Mohamed non parla l'italiano o comunque dice di non parlarlo e tu non puoi provare il contrario (tempo medio minuti 1)6) Naturalmente l'interprete deve essere pagato e ciò richiede una serie di incombenti amministrativi (diciamo tempo medio minuti 5)7) infine il Pm deve citare i testimoni (sarebbe il poliziotto che ha beccato il clandestino) altro provvedimento, altro fax, tempo medio minuti 1. Magari il poliziotto ha appena finito il turno oppure è di turno in un altro posto; ma deve venire apposta in Tribunale per dire che in effetti lui ha beccato il clandestino e che questo non aveva il permesso di soggiorno. Deve venire per forza perché il suo rapporto, quello che aveva scritto allora e che racconta come si sono svolte le cose, non può essere dato al giudice se l'avvocato difensore si oppone; e, per la verità, se l'avvocato difensore non si opponesse non farebbe il suo dovere, che consiste, tra l'altro, nel far durare il processo più a lungo possibile per tardare il momento della sentenza e per arrivare alla prescrizione.Se Alì Ben Mohamed viene portato in Tribunale, se l'interprete viene, se il poliziotto viene, il processo si fa (tempo medio ore 1): si interroga il teste, PM e difensore parlano un po' e spiegano perché l'imputato deve essere condannato e prosciolto, il giudice si ritira e poi ritorna e legge la sentenza. Prevedibilmente sarà di condanna e la tariffa si attesterà sul minimo (succede sempre così) 6 mesi, meno le attenuanti generiche, mesi 4; magari la pena sarà anche convertita in pena pecuniara, 38 euro al giorno per 120 giorni, uguale 4560 euro.Poi però il giudice deve ancora scrivere la sentenza (tempo medio mezz'ora, anche qui è prevedibile un modello prestampato) .Insomma, per fare tutto questo hanno lavorato 1 PM, 1 giudice, due segretari (uno del PM e uno del giudice) 1 cancelliere per l'udienza, un numero variabile di poliziotti (chi lo ha arrestato, chi ha fatto il rapporto, chi lo ha portato in carcere etc.), la Polizia penitenziaria della scorta, 1 interprete e 1 funzionario amministrativo che gli ha liquidato il compenso che gli tocca. Tempo medio complessivo (senza considerare il lavoro di poliziotti & C) ore 2.In realtà quasi sempre il processo per direttissima non si farà; perché quel giorno di direttissime ce ne sono 15 o 20; non c'è solo l'immigrazione clandestina che prevede il rito direttissimo. Ancora si commettono reati di porto d'armi e ancora ci sono casi di direttissima per reati piuttosto gravi (per esempio traffico di droga); poi ci sono gli altri reati della Bossi Fini che fanno concorrenza a questo nuovo arrivato.Insomma, nel 70 % dei casi (ma sono ottimista) il processo sarà rinviato. A quando? Mah, da 1 mese a 6 mesi.Il clandestino naturalmente è in giro per i fatti suoi da subito dopo la sentenza.Eh già, perché, se è incensurato, Alì Ben Mohamed ha diritto alla sospensione condizionale della pena.Ma soprattutto ci saranno un sacco di motivi per i quale in realtà Alì Ben Mohamed sarà prosciolto. Il punto è che il codice penale prevede una scriminante (sarebbe una causa di giustificazione): lo stato di necessità, ad esempio (art. 54 del codice penale). Forse Solone non lo sa, ma si tratta di una cosa che vale per tutti, anche per i clandestini.Così se Alì Ben Mohamed dice che lui era entrato in Italia con visto turistico per stare insieme con la moglie e il bambino piccino che erano qui legalmente; che poi la moglie è scappata con un altro, lasciando lui e il bambino piccino; e lui mica poteva lasciare il bambino piccino in mezzo alla strada, ecco che il giudice lo assolve per aver agito appunto in stato di necessità.Oppure Alì Ben Mohamed potrebbe dire che le sue preferenze sessuali sono non del tutto ortodosse e che nel suo Paese a quelli come lui gli fanno cose brutte e definitive, sicché lui al suo Paese proprio non può tornarci. E anche qui stato di necessità.Oppure … ma qui la fantasia (e l'abilità di un bravo difensore) può esercitarsi e di fatto si esercita molto liberamente.Sicché che questo odioso immigrato clandestino venga condannato non è proprio del tutto certo.In ogni modo, anche se condannato, Alì Ben Mohamed rarissimamente resterà in carcere. E, se anche ci resta, dopo 9 mesi deve essere buttato fuori per espressa disposizione di legge (sono le norme sui termini di carcerazione preventiva, questa cosa orribile che viene sempre vituperata tranne, pare, per Alì Ben Mohamed).Comunque stiano le cose, Alì Ben Mohamed ha anche un altro diritto (lo so, non sta bene che gli si riconoscano tutti questi diritti, però, che ci si vuol fare, è la legge): può fare appello contro la sentenza di condanna. E siccome l'appello non gli costa nulla, anche perché ha un difensore di ufficio che viene pagato dallo Stato (dal popolo per la verità, cioè anche da me, mannaggia), lui lo fa di sicuro.Questo significa che la cancelleria del giudice che lo ha condannato deve trasmettere tutto alla Corte d'Appello che poi deve fare un certo numero di notifiche e poi un nuovo processo.Non voglio rifare la tabella tempi e metodi di cui sopra. Ma ognuno capisce che tutto questo non si fa senza che un certo numero di persone ci lavori sopra e per un certo periodo di tempo. Ah, dimenticavo, qui i giudici che si debbono occupare di Alì Ben Mohamed sono 3.Se la sentenza viene confermata, non è mica finita. Perché Alì Ben Mohamed ha ancora questo diritto di fare ricorso in Cassazione, dove altri 5 giudici si occuperanno di lui; il tutto previa una serie sterminata di trasmissioni atti (a Roma !!!), adempimenti procedurali e notifiche.E la Cassazione magari confermerà che Alì Ben Mohamed è proprio colpevole e che la pena inflittagli è giusta.Ma, e qui la cosa si fa interessante, in realtà Alì Ben Mohamed non deve stare in carcere, deve essere espulso; Solone ha deciso che il giudice , con la condanna, ordina l'espulsione.Questa cosa è bellissima; Solone proprio non sa o non ha capito niente di quello che succede.Dunque, ordine di espulsione, si avvia il procedimento amministrativo per l'espulsione di Alì Ben Mohamed. In soldoni il questore gli notifica un provvedimento che dice che lui deve andare via.Ovviamente Alì Ben Mohamed se ne frega e non va via.Resta a fare il clandestino che a questo punto ha commesso anche un altro reato, quello previsto dall'art. 14 comma 5 ter della Bossi Fini. Sicché quando lo prendono di nuovo, lo denunciano anche per questo nuovo reato.Anche per questo reato si fa la direttissima; e quindi si riapre tutto quello scenario descritto più sopra, un sacco di gente lavora su Alì Ben Mohamed per un sacco di tempo.Qui Solone dovrebbe sapere che l'assoluzione è la norma; e non perché i giudici sono una manica di incapaci, lassisti, comunisti. Ma perché la situazione (vera, verissima) che Alì Ben Mohamed racconta è la seguente.Cari giudici io ho provato ad ottemperare all'ordine di espulsione e, a mie spese, mi sono recato alla frontiera con la Spagna; però lì, quando gli ho fatto vedere l'ordine di espulsione (non i miei documenti perché io non li ho, me li hanno rubati – come si dice, se non è vera è ben trovata) mi hanno detto che non se ne parlava nemmeno e che loro non mi facevano entrare. Quindi ho provato nell'ordine e sempre a mie spese, in Francia, in Svizzera, Austria e Croazia; ma anche lì mi hanno cacciato via.In aereo, sempre per via della mancanza di documenti, non mi hanno voluto far salire. Allora ho provato con una nave ma anche lì non mi hanno voluto. Che posso fare?Eh, dice il PM, magari ha ragione lui, io lo so che questa cosa è vera se uno non ha i documenti. Però Alì Ben Mohamed è un furbacchione e i documenti ce li ha, solo che non li vuole far vedere e mente.Eh no, salta su il difensore, il PM non può "supporre" (intanto fa un ghigno di compatimento) che il mio assistito abbia i documenti e che volontariamente non li presenti; lo deve "provare". Lei lo può provare PM, mi dica lo può provare? Il PM si fa piccino piccino e con un filo di voce dice che effettivamente …Il giudice assolve.Alì Ben Mohamed probabilmente finirà in un CPT (questa è bellissima, il nuovo pacchetto sicurezza contiene una norma decisiva per la lotta alla criminalità in genere e a quella degli immigrati clandestini e no in particolare: i centri di permanenza temporanea non si chiameranno più così, si chiameranno da adesso in poi centri di identificazione ed espulsione. Insomma non più CPT ma CIP che, obbiettivamente, è più tenero, ricorda lo scoiattolino dei fumetti).Magari il Giudice che giudica Alì Ben Mohamed per una volta non è né incapace, né lassista né comunista, e lo condanna.Così anche qui Alì Ben Mohamed fa appello, ricorso per Cassazione e intanto gira in strada dove fa danni. Eh si, perché siccome è clandestino e pregiudicato, non trova lavoro. Anche lui ha il vizio di mangiare; poi a casa sua ci sono mogli e bambini piccini che hanno bisogno di mangiare anche loro. Sicché che farà: spaccia, probabilmente, oppure fa contrabbando di sigarette o vende CD taroccati (è una cosa gravissima, quell'altro Solone, quello di prima, avevano previsto una pena fino a 8 anni di reclusione!!).Tutto questo scenario, secondo il Solone di adesso, dovrebbe essere moltiplicato per 650.000. Magari 650.000 proprio no, forse 500.000, forse 400.000. Chi lo sa?Tanto la magistratura deve solo attrezzarsi e ottemperare ai suoi compiti istituzionali , senza sterili e incostituzionali lotte con il potere politico.E' ridicolo solo a pensarsi, figuriamo a dirlo o a scriverlo.500.000 processi per questo nuovo reato non potrebbero mai essere fatti. E vero che non si può peggiorare un sistema penale come il nostro. E' già morto del tutto.Ma insomma….Un'ultima cosa.Forse non c'è motivo di essere così pessimisti: Forse non succederà niente di tutto questo.Vedete, nel testo del decreto sicurezza che c'era su Kataweb questo nuovo reato è previsto così: "lo straniero che fa ingresso nel territorio dello Stato in violazione delle disposizioni del presente Testo Unico (sarebbero le norme sull'immigrazione) è punito etc."Questo significa che il reato viene commesso nel momento in cui lo straniero fa ingresso nel territorio dello Stato.Siccome anche Solone sa (lo sa?) che c'è l'art. 2 del codice penale che dice che nessuno può essere punito per un fatto che secondo la legge del tempo in cui fu commesso, non costituiva reato; e siccome questa nuova legge non c'era (proprio perché è nuova) quando i 650.000 sono entrati; ecco che i nostri clandestini possono stare tranquilli. Loro sono entrati clandestinamente quando la cosa non era reato.Certo, possono essere espulsi, ripescati, denunciati perché non hanno obbedito all'ordine di espulsione, tutto come prima. Però per il reato di immigrazione clandestina non possono essere processati.I nuovi, quelli che entreranno dopo l'entrata in vigore della legge, questi si, dovranno essere sottoposti a processo. E siccome non dovrebbero essere del tutto cretini; o comunque i loro difensori qualcosa gli suggeriranno, certamente ci diranno che è vero che sono clandestini ma sono entrati nel 2007 (a fare tanto) e da allora mai nessuno li ha fermati …..Speriamo che siano pochi.Domanda finale.Se Solone gli immigrati non li vuole proprio, ma perché non li espelle da solo con tanti bei provvedimenti amministrativi fatti da questori, prefetti, sindaci e compagnia cantante; e non lascia i magistrati in pace a fare il loro lavoro?Io avrei un po' di falsi in bilancio, frodi fiscali, corruzioni e robette di questo genere che aspettano sul mio tavolo…

Informazione e Satira secondo i politici.

Dato che gli italiani, per la maggior parte, vivono di televisione, Grande Fratello, televendite e tronisti, non hanno la capacità sufficiente per capire quello che gli viene detto e quello che accade in Italia. E così è facile prenderli per il culo. Berlusconi vive di questo.
Quelli invece che si informano, soprattutto via Internet, che leggono libri o ascoltano la satira hanno le chiappe serrate e sanno come rispondere.
Lo sanno bene i politici, di ambo gli schieramenti che ataccarono la Rai e Travaglio per le sue dichiarazioni su Schifani. Dichiarazioni VERE, che erano già state pubblicate su LIBRI, e su L'ESPRESSO. Schifani aveva anche perso la causa contro L'Espresso perchè il tribunale affermò che il contenuto dell'articolo era veritiero. Finchè una cosa stà sulla carta non frega niente a nessuno, tanto gli italiani i libri non li leggono. Ma appena finisce in televisione, apriti cielo. Eccezion fatta per DI PIETRO, l'unico politico vero che abbiamo in Italia, tutti a dire peste e corna su Travaglio.
Non può andare in tv e gettare fango su cariche dello stato senza contraddittorio!
Ma quale fango? E' tutto vero. La Sicula Brokers è stata fondata nel 1979 e tra i soci c’erano Nino Mandalà, Renato Schifani ed Enrico La Loggia, nonché Benny D’Agostino e Giuseppe Lombardo. Benny D’Agostino è un imprenditore condannato per concorso esterno in associazione mafiosa e, negli anni in cui era socio di Schifani e La Loggia, frequentava il gotha di Cosa nostra. Lo ha ammesso lui stesso al processo Andreotti quando ha raccontato di un viaggio Napoli-Roma in Ferrari in compagnia di Michele Greco. Giuseppe Lombardo era amministratore delle società dei cugini Ignazio e Nino Salvo, boss della famiglia di Salemi.
Tra l'altro, come ricordato da Travaglio a "Passaparola" (l'appuntamento settimanale via web-cam), Paolo Ruffini, il direttore di Raitre che ha pubblicamente chiesto scusa (via Fazio) altri non è che il nipote del mafioso La Loggia. Piccolo conflitto d'interessi.
Ma quale contraddittorio? Quella a "Che tempo che fa" era una intervista. E da che mondo è mondo una intervista non prevede contradditorio. Se così fosse ogni volta che intervistano Berlusconi, accanto a lui dovrebbe esserci seduto Di Pietro per contraddire. Stronzata.

La satira è un mezzo fondamentale, oltre che per divertirsi, per scoprire la realtà dei fatti. Ecco perchè Dario Fo e Daniele Luttazzi in TV non ci sono mai (Fo ogni tanto ci va, ma gli vietano di fare satira). Luttazzi lo hanno cacciato da La7 (illegalmente) perchè stava preparando una puntata contro la Chiesa e il Papa e, secondo i ben pensanti nostrani, è severamente vietato ironizzare sulla Chiesa. Aldo Grasso in un articolo su Corriere.it ha detto, riferendosi alla battuta su Ferrara che secondo politici e giornalisti è stata la causa della chiusura di Decameron (battuta tra l'altro che si rifà a Francois Rabelais scrittore vissuto a cavallo tra '400 e '500): "certe cose non si dicono, soprattutto in nome della libertà d'espressione". Ma se NON SI DICONO che cazzo di libertà d'espressione è?
Per capire l'importanza della satira e quindi le mosse dei potenti per chiudergli il becco (a lei e alla vera informazione) riporto un estratto dal libro "L'amore e lo sghignazzo" di Dario Fo:
"Ci sono libri che ho letto e riletto tante volte, testi di stupenda scrittura ed essenziali per chi desideri avvicinarsi alla verità dei fatti. Purtroppo non piacciono solo a me, ma anche agli amici che bazzicano per casa e nello studio. Spariscono... e devo ricomprarmeli. Dovrei imparare da un mio amico antico professore, che bloccava i furti legando i libri con catenelle alle scansie della biblioteca. Uno dei volumi sottoposti a sparizione è un saggio sulla Grecia antica di Moses I. Finley. [...] Se vi capiterà di dargli un'occhiata, scoprirete una storia degli elleni del tutto inedita: forti tensioni sociali, intrallazzi arcaici dei politici, clientelismo di tipo italico, corruzione, criminalità dei dirigenti della prima democrazia umana. E siamo addirittura avanti Cristo!
[...] Ma come mai sui testi degli altri storici di tradizione non si ritrovano che casualmente quelle testimonianze di arraffo e ladrocinio? E' solo questione di fonti diverse alle quali s'è attinto. In poche parole, tutti gli storici di tradizione si sono rifatti a Erodoto, Tucidide, Plutarco, Polibio...
Invece il nostro Finley ha scartato d'acchito gli storici classici, dichiarando belemente che sono bugiardi inattendibili al servizio della partitocrazia e che gli unici testimoni attendibili e onesti di quel tempo sono i comici, i teatranti satirici greci, Aristofane, Archiloco, Colofone."
Se tra 1000 - 2000 anni i nostri antenati volessero conoscere la storia d'Italia gli converrebbe leggere i giornali e le dichiarazioni politiche, o i monologhi satirici? La risposta la conosce Berlusconi, ed è per questo che in Italia si vive di Grande Fratello, Zelig e Maria De Filippi.

martedì 20 maggio 2008

Comunque...non è urgente!

"Diciamolo francamente: non ci sono esigenze sociali tali da giustificare una legge sulle coppie di fatto. Nel caso delle coppie di fatto ho la netta impressione che ci siano esclusivamente esigenze di legittimazione simbolica e nessuna esigenza sociale reale e concreta da tutelare. Se non esigenze così marginali e limitate."
Francesco D'Agostino, ordinario di Filosofia del diritto all'Università di Tor Vergata e presidente onorario del Comitato nazionale di bioetica.

NON CI SONO ESIGENZE SOCIALI. Ecco alcune di quelle storie, che il signor D'Agostino ritiene marginali.

Federica e Francesco Filipponi
Francesco è morto. È morto il 21 maggio del 2004, investito da un pirata della strada che guidava in stato di ebbrezza e non ha rispettato la precedenza. È morto sul colpo, contro un palo della luce, a 38 anni, mentre stava recandosi al lavoro. Da anni viveva con Francesca, si amavano, ma non si erano sposati. L'avrebbero fatto, di lì a pochi mesi, ma la morte è arrivata prima, senza preavviso. Nel 2001 comprarono una casa insieme, Francesco accese il mutuo e una assicurazione al mutuo. Quando è morto il mutuo è stato bloccato e pagato dall'assicurazione, così la casa è passata agli eredi. Cioè: il padre di Francesco, la madre e la sorella. Federica no. Capita così che la famiglia di lui inizia a chiedere la casa, la giovane donna la deve liberare, se ne deve andare, oppure deve sborsare 350 milioni delle vecchie lire, perché i genitori di Francesco l'hanno fatta valutare e le fanno il piacere di «abbonargliene» 50, altrimenti sarebbero 400. Il 14 luglio 2004, a 57 giorni dalla morte del suo compagno Federica riceve la prima comunicazione scritta, «le chiediamo di lasciare l'immobile che sta occupando senza titolo». Le comunicazioni si susseguono l'una all'altra: non c'è alcuna legge che tuteli Federica, malgrado i dieci anni di convivenza, la residenza nella casa acquistata con il suo compagno. Non è una vedova. Per la legge non è nulla.

Lorenzo e Luca
Racconta Lorenzo: «Una mattina come tante Luca è uscito con la sua auto per andare in ufficio. Mentre si trovava sulla tangenziale di Milano, un camion ha saltato la corsia e lo ha preso in pieno. Da quel momento la nostra vita è cambiata. Fu portato all'ospedale in stato di incoscienza e ovviamente furono avvertiti il fratello e la madre. Io ero in redazione (faccio il giornalista) e non ho saputo niente fino alla sera, quando un comune amico mi avvertì. Da quel momento è iniziato per me un calvario doppio: oltre alla preoccupazione per le sue condizioni di salute, dovevo preoccuparmi pure dei suoi parenti che volevano tenermi lontano. Non solo non mi hanno permesso di assisterlo, ma mi hanno impedito perfino di entrare un attimo nella sala di rianimazione per stringergli la mano. Mi hanno totalmente escluso. Per 8 giorni Luca è rimasto in coma e io non ho potuto vederlo, parlare con i medici, poter decidere a quale cura sottoporlo. Diciamo che io e un qualunque passante in quel momento avevamo gli stessi diritti».

Adele Parrillo e Stefano Rolla
Stefano Rolla, regista, è morto a Nassiriya, mentre girava il cortometraggio «Guerrieri di pace, Babilonia tra due fiumi». È morto insieme ai carabinieri italiani saltati in aria dopo che un camion bomba era entrato nella caserma. Adele Parrillo, la sua compagna, non è stata invitata neanche alla commemorazione delle vittime un anno dopo quella strage. «Eccomi qui, dopo un anno dalla morte del mio compagno sono un fantasma». Ha dovuto scrivere al ministro della Difesa e a quello dell'Interno chiedendo di essere inserita nell'elenco dei familiari delle vittime e di avere accesso allo stesso trattamento delle vedove «perché io non ero un'estranea per Stefano. Non ero una sua amica, una sua collega. Ero la donna con la quale viveva, con la quale aveva sperato di riuscire ad avere un figlio». Il giorno della commemorazione ha consegnato nelle mani del presidente della Camera Pierferdinando Casini, «l'atto notorio di conviventi more uxorio». Adele ha raccontato: «Dopo l'attentato di Nassiriya i familiari delle vittime sono stati seguiti e assistiti con programmi di assistenza psicologica, dai quali sono stata esclusa. Non ho ricevuto neanche il risarcimento, che è stato corrisposto a tutti i familiari, compresi i figli di Stefano Rolla».

Marisa e Renata
Marisa e Renata si incontrano a Modena in una fabbrica di ceramica dove lavorano. E si innamorano. Comprano una casa e aprono un allevamento di polli. Gestiscono insieme, con il passare degli anni, una pizzeria, un bar, una rosticceria. Trascorrono 30 anni. Una sera di dieci anni fa restano coinvolte in un incidente stradale. Finiscono entrambe in ospedale: Marisa si salva, Renata finisce in terapia intensiva, può ricevere visite limitate e solo una persona per volta. Marisa chiede di vederla, permesso negato. Solo i parenti. Renata ha un fratello che vive a Philadelphia. Che non viene mai a trovarla. Nessuno viene a trovarla. In sette mesi Marisa riesce a vedere la sua compagna soltanto sette volte. Renata muore sola, il fratello torna e reclama l'eredità. Marisa è costretta a «ricomprarsi» metà della casa e della rosticceria.

Facciamo con calma per i diritti alle coppie di fatto, tanto non è una cosa urgente. Sono solo storie marginali di uomini e donne che soffrono. Che bisogno c'è di aiutarle?

sabato 29 marzo 2008

Berlusconi? No, grazie.

Il 13 e 14 Aprile si vota. E' vero, queste elezioni sono anti-costituzionali, e in gran parte sono una bufala. Però io al voto ci vado comunque e il mio segno andrà al PD. Questo per vari motivi. Non solo perchè Veltroni mi ispira fiducia, anche se ci sono un paio di punti del suo programma che non mi soddisfano in pieno. Ed è anche vero che non è detto che l'Italia cambi veramente se il Partito Democratico dovesse vincere. Ma quello che mi spinge ad andare a votare è soprattutto la paura di ritrovarci Berlusconi al comando.
Non è una questione di Centrodestra o Centrosinistra. Uno può votare quello che vuole. Ma l'idea che qualcuno possa ancora credere a Berlusconi mi impaurisce. Sto già pensando di prendere il primo volo per destinazione ignota se gli italiani dovessero ancora dare fiducia a lui.
E' possibile che la gente comune non si sia ancora resa conta di chi sia quello lì? A sputtanarlo basterebbero le minchiate che ha detto e fatto in questa campagna elettorale e le relative smentite del suo portavoce. Come apre bocca si sputtana. Ma la gente...niente. E' lì che lo applaude e lo idolatra. Ieri, nuova cazzata "L'Italia è l'unico paese in cui vige la par-condicio e dove lo spazio televisivo è "equilibrato" tra destra e sinistra."
- Prima cazzata: Non è vero che è pari.
Dovrebbe esserlo ma è sufficiente dare una occhiata ai telegiornali per rendersene conto. Il TG1 ha perfino da qualche anno inserito Tremonti come "esperto-economico" a cui far commentare le decisioni del Governo Prodi. Lui che l'economia l'ha sfasciata, adesso è diventato l'esperto? E comunque, sbaglio o lui è dell'opposizione? Per non parlare poi del TG4. Ogni tanto lo guardo perchè è più divertente di un film di Chaplin (ovviamente rido perchè non posso strangolare Fede, altrimenti il primo impulso sarebbe quello). Ieri gli ho dato un'altra occhiata. Servizio su Berlusconi 5'25'' - servizio su Veltroni 45''.
- Seconda cazzata: E' vero che l'Italia è l'unico paese che per legge dovrebbe dare lo stesso spazio a tutti i politici, ma è anche vero che l'Italia è l'unico paese in cui uno di quei politici, uno dei candidati al Governo è anche proprietario della metà delle principali reti televisive italiane e ha mani in pasta in quelle della concorrenza (vedi Porta a Porta per chiarire ogni dubbio). Tanto da essere stato lui a mettere la mordacchia all'informazione e alla satira. Se fosse all'estero Berlusconi non esisterebbe neanche. Quindi che la smetta di sparare minchiate.
Berlusconi mente ogni qual volta propone qualcosa agli italiani, ha dimostrato di non aver alcun rispetto per gli avversarsi e per gli italiani (ricordate il "chi non vota per me è un coglione?") straccia il programma del PD dimostrando di essere solo un pagliaccio per poi far dire a Bonaiuti "Non è vero non ho strappato il programma del PD". Boh, forse era la Guzzanti che lo imitava.
Ha falsificato bilanci costruendosi così un impero economico, ha corrotto giudici e magistrati, fatto leggi apposta per se stesso (tra l'altro proprio quella che afferma che il falso in bilancio non è più reato evitandosi la galera), ha mandato i nostri soldati a combattere una guerra spacciandola per una missione di pace e andando contro l'articolo 11 della Costituzione che vieta all'Italia la partecipazione a qualunque conflitto bellico. Ha messo la mordacchia all'informazione (gestendo personalmente le trasmissioni televisive e i giornali, cacciando Biagi e Santoro, portando giornalisti e conduttori TV a costruire i programmi sotto la sua volontà, spostando inviati, giornalisti e direttori, vedi Mentana/Rossella/Mimun al TG5 e le dichiarazioni dello stesso Berlusconi riguardo la candidatura di Ciarrapico, fascista sì, ma utile) e alla satira (cacciando Luttazzi, eliminando così l'ultimo autore satirico esistente in Italia insieme a Dario Fo e lasciando il campo a programmi come Zelig o Striscia la notizia, che la vera satira non sanno neanche cos'è), ha proposto un ritorno al nucleare come fonte energetica, la costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina, ha distrutto l'economia italiana e l'immagine dell'Italia nel mondo, tra corna nelle foto istituzionali e il kapò dato a un parlamentare europeo figlio di un ex-deportato in un lager nazista.
Insomma, troverei imbarazzante vivere in un paese che abbia ancora al Governo un uomo come lui. Ma soprattutto mi farebbe schifo vivere in un paese i cui cittadini appoggiano un uomo così.

sabato 2 febbraio 2008

La 194 non si tocca.

La legge 194 sulla regolazione dell'interruzione di gravidanza è una legge giusta e sacrosanta, che non deve essere toccata.
I motivi sono molteplici.
Il proibizionismo non è mai una soluzione giusta e vantaggiosa. Vietare a tutti, indipendentemente dalla storia che ogni individuo si porta dietro, di fare qualcosa è sempre dannoso e non farebbe altro che costringere tale individuo a ricorrere a strade alternative per riuscire nel proprio scopo.
Chi vorrebbe eliminare tale legge crede di poter eliminare automaticamente anche la pratica dell'aborto. E' solo una utopia. L'aborto è sempre esistito e sempre esisterà, la 194 è lì solamente per regolarizzare tale scelta e aiutare le donne, che per vari motivi decidono di ricorrere all'aborto, ad avere assistenza, conforto, persone con cui parlare e con cui, eventualmente, decidere di partorire. Sopprimere la 194 non porterà a una diminuzione del numero di aborti ma costringerà le donne a ricorrere ad aborti clandestini, in segreto, magari con forti rischi per la propria incolumità e incrementando un mercato illegale, che proprio grazie a questa legge è stato fortemente ridimensionato.
Ogni persona è diversa. Ogni uomo ha una propria storia, vive una vita che non è la stessa del resto dell'umanità. Creare una legge che vieti od oblighi tutte le persone a fare (o non fare) qualcosa strettamente legato alla propria vita è sbagliato e immorale. Ogni persona deve avere la libertà di scegliere che cosa è meglio per la propria vita e per quella del figlio che sta aspettando. Perchè se è vero che abortire è una pratica estremamente dolorosa, a volte è necessaria anche per non costringere il figlio a dover vivere in una condizione di vita estremamente complessa per lui. A volte, partorire diventa un gesto di egoismo.


Estratto da "L'Espresso" del 17 Gennaio 2008 di Daniela Minerva

"Era il peggiore momento della mia vita: mi muovevo tra tre città, mio padre aveva appena avuto un infarto, avevo appena cambiato compagno, avevo persino qualche guaio giudiziario. E 21 anni." E, nella confusione, si sbagliano anche i test: così il primo risulta negativo e lei pensa a un ritardo. Poi il secondo: positivo. Il tempo stringe. Corre a fare l'ecografia, ormai verso la decima settimana, e l'ecografista le mostra il cuore, spiega dove sono gli organi. "Non te lo dimentichi più, continui a rimuginare su quella foto. Oggi avrebbe sei anni: chissà come sarebbe?" Può capitare, all'improvviso nel peggiore momento possibile: disorientamento, paura, i genitori, anziani, contrari all'aborto, il compagno, troppo giovane, che non ne vuole sapere. Con un peso sul cuore che non puoi sopportare, a 21 anni. Sei talmente piccola a quell'età a trovarti in guaio senza sapere perchè. Ma anche allora, alla ragazza con cui stiamo parlando, non sfuggiva che: "Mettere al mondo un bimbo in una situazione così complicata significa creargli sin da subito dei problemi." [...] E alla madre che, invece "Mi diceva che se lo avessi fatto, sarei stata una persona migliore. Ma si può fare un figlio per raddrizzare la propria vita? Non è una cosa orribile?"

Due figli, 38 anni: restare incinta, per la terza volta, dopo 13 anni di matrimonio, senza averlo programmato sembra impossibile. Non si può dare la colpa all'ingenuità, all'ignoranza. Però accade. Magari perchè, dopo 13 anni e con una vita senza fiato tra lavoro, scuole, doposcuole, pediatri e palestre, tra ore nel traffico e cene in compagnia del Tg, resta, per sentirsi vivi, solo lo spazio dell'intimità. Che, poi, non è più così intenso, ma ci manca solo di appesantirlo con interrogativi sul ciclo dell'ovulazione o la richiesta di un'altra barriera alla fusione di coppia. Sono passati cinque anni e la persona che ce lo racconta, comincia solo ora a ricostruire quello che lei definisce "la cosa più terribile che possa capitare a una donna": essere costretta a decidere che quel figlio che porta in sè, a differenza degli altri, non ha diritto di nascere. Sta scegliendo tra un figli oe l'altro, e lo fa perchè dentro di lei non c'è altro spazio, perchè deve salvaguardare sè e il benesseredei suoi figli; non imporre rinunce, malumori, turbamenti a cui lei non riuscirebbe a far fronte. E il dolore di quella scelta, ci dice oggi: "E' inaudito. Non finisce mai. Perchè ti sentirai per sempre una madre inadeguata, debole, incapace; e, in fondo, una madre assassina." [...] Ma non c'erano alternative, inutile discuterne. La mia vita era un inferno: lavoro, figli, famiglia e adesso si è anche ammalato mio suocero. Il tutto nel traffico di Roma. Non potevo avere un'altro bambino, non avrei retto. So che leggendo, magari qualche anima bella penserà che altre ce l'hanno fatta con tre, quattro figli. Buon per loro. Essere madre non è un sacrificio. E' una gioia. Se si scatena il demo ne del non posso, vuol dire che non devi.

Essere madre non è un sacrificio. E' una gioia. Se si scatena il demone del non posso, vuol dire che non devi.

31 anni e un progetto in testa: una famiglia. Infranto da un'ecografista molto bravob Bravo da vedere quello che i nostri occhi non vedono nel tracciato degli ultrasuoni: gli organi addominal idel bambino non sono racchiusi da nulla, sono duoi dal corpo. Panico. Questa condizione è spesso legata ad anomalie cromosomiche associate con deficit mentali. "Quel figlio l ovolevamo, ma non potevamo rischiare." E la diagnosi prenatale ha mostrato che il bimbo sarebbe stato handicappato grave pieno di problemi di salute. "Tutti quei discorsi su quanto è bello crescere una creatura così sfortuna sono discorsi sa salotto, chi li fa non sa cosa significhi o è una santa, magari benestante. La realtà è che sei solo, che non ci sono servizi, che i costi sono insostenibili."

sabato 26 gennaio 2008

Satira - Dario Fo

Intervento di Dario Fo, contenuto nel blog di Daniele Luttazzi www.danieleluttazzi.it
C'è solo da imparare.
"In questi giorni nei vari articoli apparsi sui quotidiani a commentare la censura di cui è stato vittima Daniele Luttazzi, si sono susseguiti a iosa termini come “buongusto”, “stile”, “opportunità”, “decenza”, “trivialità”, ecc..
All’istante, di contrappunto mi sono venute in mente caterve di espressioni e situazioni scurrili a dir poco feroci, impiegate da maestri storici della satira, a cominciare da Mattazzone da Calignano, grande giullare lombardo del XIII secolo, che, in un suo fabulazzo sulla lamentazione dell’uomo per la pena che Dio ha imposto a lui e alla sua femmina, elenca le fatiche e le mortificazioni nonché i continui flagelli e morbi a cui le creature umane sono sottoposte fin dalla creazione. Il Padreterno si lascia convincere dalle invocazioni dell’uomo e, ipso facto, decide di creare a suo vantaggio il villano, che lo servirà “in ogni bisogna” al par d’uno schiavo. In quell’istante passa di lì un asino e il creatore con un gesto della sua mano santa lo ingravida. Al nono mese, preannunciato da “un trempestar tremmendo de fulmini e saiette, de la panza de l’anemal, traverso el so’ cul de lü, sbotta de fora ol vilan spussento, tüto empastao de merda sgarosa e: stralak! Sto cul sforna criante ol servante creat da Deo. Una piova sbatente se spraca contra el corpazon del vilan scagazzao spussente, perché se faga cosiensa de la vita de merda che ve se presenta. ‘Da po’ che l’è nato egnudo’ ordena el Segnor ‘deghe un para de brache de canovasso crudo, brache spacà in del messo e dislassà, che no’ debbia pert tropp tempo in del pissà!’.”
Subito appresso mi appare Bescapè, un contemporaneo di Mattazzone da Calignano, che ci accompagna, mezzo secolo prima di Dante, nell’Inferno, dove personaggi ben noti della società del tempo vengono immersi a testa in giù nello sterco fumante, costretti a compiere gargarismi, trillando in gola secchiate di escrementi prodotti da animali fra i più fetenti.
E poi ancora vedo scorrere i milanesi longobardi sconfitti da Carlo Magno, che un anonimo fabulatore descrive costretti dall’Imperatore a “nettar co’ la lengua l’arco treonfal, costruit da lori mismi a onor da lu venzedor franzoso. Sü l’arcon tüti i soldat de Carlo gh’hann pissat sovra per una jornada entera e anco smerdao con cüra. Das po’ a ognün de’ Longobar fue ordenat de catar rospi, ratti e pantegan de fogna, e cusinarseli per far gran banchetto. I poverazz, boni cosiner con erbe parfumate, hann insaporit i boccon del pasto, engorgià tuto con gran fatiga e despo’ all’entrassat, tuto ch’avien magnat, gh’hann vomegado fora. L’emperador, desgostà, l’ha criat: ‘Ma cos’è ‘sta porcaria? No’ voi védar per le mee terre ‘sto vomegame! Lecadevelo subetamente e che tuto sia ben polido!’. Oh ch’el regal potestà!”.
Di certo si tratta di brani poco noti, che però Dante Alighieri ben conosceva per averli addirittura raccolti nel suo De Vulgari Eloquentia. Attraverso queste testimonianze, è risaputo, il sommo poeta, insieme ad altri autori che l’hanno preceduto, costruì il nuovo linguaggio, o Dolce Stil Novo, che ognuno di noi impara a considerare la base assoluta della nostra cultura.
Lo stesso Dante usa immagini similari per colorare di veemente indignazione la presenza di certi notissimi personaggi in cui incappa nell’infernale viaggio osceno. “A chi servirà quel buco vomitante fuoco?” chiede il tosco poeta a Virgilio. E quegli risponde: “Là dentro verrà fra poco infilato testa in giù, un Pontefice che ben merita di starsene a cottura lenta e le natiche al vento a sbattacchiar gambe al par d’un forsennato!”. Quel Pontefice è nientemeno che Bonifacio VIII, quello che incarcerò, costringendolo a vivere incatenato tra le proprie feci, Jacopone da Todi che si era permesso di insultare il Santo Padre in questione urlandogli: “Ahi! Bonefax! Hai iogato ben lo munno! Ahi! Bonefax! Che come putta hai traito la Ecclesia!” cioè, come una puttana hai ridotto la Chiesa!
Oggi, si sa, nessun cardinale si permetterebbe di porre mano pesante su questi scritti... è questione di opportunità e stile... oggi!
Ma di certo vi farà sussultare di stupore scoprire che anche il santo giullare Francesco di Assisi spesso si lasciasse andare a espressioni di un linguaggio azzardato, per non dire sconveniente. Infatti in una delle storie testimoniate da suoi seguaci, si racconta che un giovane discepolo un giorno si recò da lui disperato, sconvolto, giacché continuava ad apparirgli un orrendo demonio che lo tormentava con lusinghe e minacce, perché si lasciasse indurre nel peccato. Francesco, dopo averlo ascoltato, da autentico giullare quale era, disse al suo tormentato fratello: “Sai che debbi fare? Quando verrà l’enfame demonio, tu digli spietato: ‘Veneme appresso che eo te abbranco per l’orecchi, ti vo’ a spalancà la bocca e in quella ci caco dentro tutto lo smerdazzo che me riesce d’emprignatte!’. Così il giovine seguace repetette a lu demonio quella menaccia che Francesco li avea soggerita: ‘Te vo’ cacando in la bocca finché t’annego de merdazzo!’ Quello diavolo, preso de lo terrore, fuggì, annanno a sbatte contro rupi de le montagne che se sgretolaveno, come sotto tremmamoto, e tutto lo covertirno, seppellennolo per l’intero.”.
È inutile sottolineare che di questa leggenda non si trova traccia nella versione ufficiale della vita di Francesco, quella riscritta quarant’anni dopo da fra Bonaventura da Bagnoreggio, eletto a generale dell’ordine dalla Chiesa di Roma, che censurò l’originale, anzi lo distrusse addirittura mandandolo alle fiamme.
Ma quello di mascherare le notizie e le testimonianze che danno impaccio alle elegie è cosa di tutti i giorni da sempre. Al contrario spesso si scelgono bell’apposta, come nel caso di Luttazzi, le espressioni e i lazzi satirici palesemente scurrili e si mettono in bella mostra allo scopo di abbassare il livello di dignità dell’autore. Conosciamo bene questa pratica davvero ipocrita e furbesca: ti si accusa di usare forme oscene di linguaggio per censurarti o addirittura eliminarti dalla scena.
A me e a Franca è accaduto con Canzonissima quando ci permettemmo di parlare di morti bianche sul lavoro e della mafia criminale. Nessuno, fino ad allora, sto parlando di quarant’anni fa, aveva mai trattato l’argomento. Anche in quell’occasione, fra le tante accuse, quali quella di buttarla in politica, ci si scaraventò addosso anche l’accusa di scurrilità e di non rispettare il comune sentire degli spettatori.
Luttazzi non a caso stava preparando una puntata sull’enciclica del Pontefice. Come eliminarlo senza mettere in primo piano l’autentico soggetto? Si fa la carambola: si spara su un bersaglio laterale per poterti di rimando colpire in piena fronte o, se volete, in piene chiappe. A parte che un bersaglio come Ferrara, è così generoso, da non potersi sbagliare!
Esulta, mio caro Daniele! Così ti hanno eletto a classico della satira, e anche della letteratura! Complimenti! "

giovedì 24 gennaio 2008

Basta difendere il Papa.

La mancata partecipazione del Papa all’apertura dell’anno accademico alla Sapienza è stata una mossa astuta da parte del pontefice che ha portato a sollevare un inutile, quanto dannoso, muro in sua difesa. I giornali titolavano che il Papa era stato censurato. Che alcuni docenti e studenti gli hanno proibito di presentarsi alla Sapienza. Cazzata. Il Papa si è tirato indietro vigliaccamente (e astutamente) per sua spontanea volontà, perché secondo lui non c’erano le condizioni per partecipare. All’ultimo Angelus, Ratzinger ha avuto il coraggio di invitare “Tutti, cari universitari, ad essere sempre rispettosi delle opinioni altrui e a ricercare, con spirito libero e responsabile, la verità e il bene.” Cosa?
Cioè qualcuno ha liberamente dimostrato, senza violenza, (com’è nel loro diritto), il proprio dissenso per la partecipazione del Papa, lui si è tirato indietro spaventato perché qualcuno poteva non essere d’accordo con il suo pensiero … e siamo NOI a non rispettare le opinioni altrui? Ratzinger avrebbe dovuto prendere atto della protesta e presentarsi comunque alla Sapienza, in nome anche di tutti gli studenti e docenti desiderosi di sentirlo parlare. Non l’ha fatto.
Come al solito la Chiesa non accetta chi la pensa diversamente, si tira indietro ad un confronto e fa la vittima. Le parole del direttore di Radio Maria, secondo cui quei ragazzi che hanno protestato dovrebbero finire all’inferno, la dice tutta.

Vergognosa poi l’uscita dei politici, sia del Governo che dell’opposizione che hanno dimostrato affetto al Papa e sostegno in questo momento difficile. Il leader dell’UDC Casini ha detto “Siamo qui (in Piazza San Pietro) per dimostrare al Papa il nostro affetto, ma anche per affermare i valori della libertà e dell'identità cristiana in Italia" e aggiunge che in Italia "c'e' un problema di libertà perché un gruppo minoritario di nostalgici delle ideologie del passato" ha impedito a Ratzinger di parlare alla Sapienza. Nessuno ha impedito al Papa di parlare. Si è tirato indietro lui per paura di un “gruppo minoritario” di contestatori.
Franceschini del PD: “Le basi di uno Stato laico sono la libertà di parola, di pensiero e delle idee altrui. La mia presenza quindi e' un atto di solidarietàal Santo Padre". E ai ragazzi e ai docenti che per dimostrare le loro idee e il loro pensiero sono stati tenuti fuori dalla Sapienza dalle forze dell’ordine e che vengono accusate di censurare il Papa non dimostra solidarietà nessuno?
P.S. 1 – Il Papa ha la sua bella libertà di parola una volta a settimana (per non dire tutti i giorni), dice quello che vuole e giustamente nessuno glielo impedisce. Com’è che se un centinaio di ragazzi dicono la loro, se dei docenti universitari dicono la loro, bisogna chiudergli il becco?
E poi che cavolo c’entra il Papa con l’Università? Ad una trasmissione televisiva, lo psicologo Alessandro Meluzzi ha detto che il Papa è a favore del progresso scientifico in nome del benessere e della salute dell’uomo. Falso. È a favore del progresso scientifico in nome del benessere e della salute dell’uomo CRISTIANO. Non a caso è stato proprio Ratzinger a dire “Se si perde riferimento a Dio le conoscenze della scienza possono diventare terribile minaccia e portare a distruzione del mondo” La scienza non è cristiana! È vero che può essere fatto un uso dannoso delle scoperte scientifiche, ma il metodo di giudizio non è la morale cristiana, ma l’uomo inteso come essere vivente, come animale pensante, come individuo singolo.

P.S. 2 - Basta abusare del termine LIBERTA’. Ma Berlusconi e tutti gli altri politici che da ogni schieramento chiedono costantemente la libertà, hanno la minima idea di che cosa significa essere privati della libertà? Che sia di parola, di idea o libertà di vivere? Nel giorno della Memoria dovrebbe essere proibito l’uso e l’abuso del termine LIBERTA’ all’interno di discorsi politici.